"Lei si avvicina e a voce bassa domanda. No, non una sigaretta. Mi chiede se ho un riverbero a pedale. Le mostro il set di effetti con il quale da lì a poco avrei dovuto fare il sound check. Il locale è ancora vuoto, nella penombra, ma l'aria ha qualcosa di teso, elettrico. Sorride e mi ringrazia, e con un pò di dritte da parte mia sale sul palco e armeggia fra bottoni, amplificatori e la sua Jazz Master, che muove con troppa gentilezza. Arriva il resto della band: un ragazzo dallo sguardo placido, di statura nordica, e dietro di lui il fonico e quello che scopro essere il batterista. Dunque sono questi i Raveonettes. Pensare che a vederli così non diresti che sono gli stessi ad essersi esibiti al Dave Letterman Show. Inizia il soundcheck, è roba da tecnici, non c'è ancora il cuore in quelle note, solo attenzione ai dettagli e a quello che ne viene fuori. Lei ogni tanto sorride, mentre gratta sulla Jazz nel locale vuoto. Qualche interruzione, un feedback e poi di nuovo, un altro pezzo. Poi toccherà a noi su quel palco. Penso che è buffo. Dieci anni fa avrei avuto un tuffo al cuore. Oggi no. Sono concentrato su quello che sarà il mio concerto, tutto il lavoro fatto finora, le domeniche passate a mixare, riprovare. E penso agli amici che verranno. Penso che in fondo suono per loro. Ed è la sola cosa giusta. Fanculo lo showbizness."
grazie.
PS : www.myspace.com/hayworthmusic, fateci un salto
4 commenti:
Molto ben scritto!!!
Ma alla fine c’era casino al concerto o la sala è rimasta mezza vuota??
Compaiono, dal fondo, teste fra le teste, i curiosi, gli amici, quellli che vedi sempre a tutti i concerti, magari ti hanno accompagnato per una vita intera ai concerti, sagome anonime, che urti per caso al bancone, con la tua birretta in mano, prima che la musica cominci. Fra i misteri di Torino c'è anche questo, una paranormale indifferenza, o una solidale spocchia fra chi per anni ti ha visto negli stessi posti e nelle stesse situazione, magari ti conosce anche di nome e tutto il resto, ma ancora oggi fa finta di non riconoscerti nè ti saluta. Ti trapassa con lo sguardo, con una perizia invidiabile sperimentata in anni di "vita underground turineisa". Andata a cagare, comunque (ndr). Il concerto è stato molto teso, intenso, abbiamo privilegiato i pezzi più rapidi. 7 brani in sequenza rapida - o cosi ci è sembrato. Il rullante eletronico ogni tanto mandava frustate dalle casse spie, qualche decibel di troppo sul palco. Pazienza. Non ho mai suonato una volta senza problemi. Da mettere in preventivo, amen. Ho guardato in faccia quelli in prima file, molte facce curiose, impegnate. Bene. La nostra musica non è proprio delle più rassicuranti, me ne rendo conto, ragazzi. E neanche abbozzo una parola al microfono. Solo "grazie" ogni tanto. Qualcuno pensa che te la tiri. In realtà non ho molto da dire al microfono, non prepare nulla, canto e basta. Che cazzo, è mica un comizio?.. Poi la musica finisce, le luci grandi si riaccendono svelando profondità e volti. Lascio raffreddare le valvole del mio vecchio VOX prima di spostarlo, ed è tutto un avvolgere di cavi e piegare di aste; fra noi qualche commento a caldo, mentre scende giù l'adrenalina del post concerto, come un piacevole effetto collaterale. Intanto salgono loro, i Raveonettes, lei incrocia il mio sguardo e ancora mi ringrazia per il prestito degli strumenti che andrà a suonare, da lì a poco. Buona fortuna. Vado a sciogliermi la cravatta.
al concerto non c'ero, non vi conosco, ma grazie per la pelle d'oca che mi hai appena fatto venire.
ciao,Ale.
.."e con un pò di dritte...
Fanculo lo showbizness "..
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